sabato 27 novembre 2010

La mascella spostata

1 commento:

Goldo ha detto...

== La mascella spostata ==

A breve, dopo "i batraci" il nostro regista preferito fa uscire un altro corto, segno inequivocabile che la vena creativa non si è mai esaurita, al massimo ha cambiato braccio per farsi.

il film è un palese film di denuncia, denuncia sociale, denuncia i desideri, denuncia i dolori ed infine denuncia la demenza presenile del regista.

Il protagonista, paraguayano (si noti la sottile metafora con la condizione politica del Paraguay utilizzata come specchio di un nostro futuro anteriore), questa famiglia paraguayana allo sbando, immersa in una routine animalesca di alcool e lavoro, che culmina all'inizio del film con la perdita del lavoro, che preannuncia l'ingresso nella spirale maledetta del dolore della vicenda.
Questa famiglia precaria, piena di desideri, di gelosie, di dolore.
Il personaggio chiave è sicuramente la Moglie Rossa, che stanca e gonfia di alcool, prova ad uccidere il Marito Giallo.
Questa Moglie Rossa ha un nome: Agathor, si scopre tutta la sua omosessualità (si veda come il regista accarezzi costantemente le sue convinzioni omosessuali, e utilizzi tutti i media per realizzare costantemente film di denuncia e in generale di coming out: utilizza i suoi film per dichiararsi al mondo intero, quale ardimento)

La scena madre è l'avvelenamento di Theodor, il Marito Giallo e l'innesco di un horror thriller animalesco incredibile.
Cani, i famosi cani di Goldo, che perseguitano Agathor, pronti a sbranarlo.
Signori stiamo toccando punte cinematografiche altissime, a livello di Michael Bay.

E infine la location della scena ultima, la capanna di Blanka di Street Fighter, dove si scopre [ATTENZIONE SPOILER] che tutto l'intreccio è ordito da uno spasimante rifiutato in gioventù: Babbo Natale.

Un film di denuncia, che si chiude con Babbo Natale che fissa il camino, come a voler cristallizzare il ricordo della sua amata nelle rosse fiamme, la moglie Rossa appunto.

Ennesima prova che il nostro regista sta raffinando sempre di più la droga che utilizza.

Cosa dire, vogliamo Venezia, vogliamo Cannes, ma soprattutto vogliamo più Canne.

Frase chiave:
"Le sciocche bravate finiscono sempre in tragedia"